.
. . . . . . . . . . . Terminate le scuole
dell'obbligo a Locarno nel 1924, il giovane Remo si
trasferisce nel collegio St.Michel di Zugo e l'anno
seguente è tra gli allievi del professor Joseph
von Moos alla Kunstgewerbeschule di
Lucerna. Tappa fondamentale del
suo percorso di formazione è sicuramente il
periodo di studio trascorso a Milano: iscrittosi
all'Accademia di Brera nel 1926, segue i corsi di disegno
di Contardo Barbieri e quelli di anatomia del
professor Biaggi. Lavora contemporaneamente
presso l'atelier privato di Ernesto Bazzaro e
frequenta la scuola superiore di architettura al Castello
Sforzesco, seguendo i corsi del professor
Mariani. In seguito a numerosi
viaggi di studio a Bologna, Firenze, Roma e Napoli
nel 1929, a Venezia e dintorni nel 1930, nel
1932 si trasferisce per un anno a Parigi. Va ad
abitare nel quartiere di Rue d'Alésia, nei pressi
del Boulevard Montparnasse. Segue i corsi di
Landowski all'Académie Nationale des
Beaux-Arts e le lezioni di Charles Despiau
all'Académie Scandinave, che lo invita a
lavorare presso il proprio studio. Dal 1934 si stabilisce
nuovamente a Locarno e farà della sua città
natale la sede prediletta in cui lavorare, salvo
frequenti ma brevi soggiorni di studio a Monaco,
Norimberga, Berlino e un ritorno
all'Académie Nationale e all'Académie
Scandinave nel 1935. Nel 1943 si sposa con
Bianca Bernasconi e l'anno seguente nasce il
figlio Giancarlo. Nel 1948 diviene membro della
Commissione Federale delle Belle Arti; sei anni
dopo ne diviene vice presidente fino al 1968 e presidente
dal 1969 al 1979. Dal 1950 al 1972 compie
numerosi viaggi di studio in Spagna, Egitto, Grecia,
Belgio, Inghilterra, Turchia, Francia, Austria, Ungheria
e Russia. Risale al 1959 la
creazione da parte di Rossi di questo complesso di
atelier, situati accanto al suo studio privato, nella
zona tranquilla dei Saleggi. Qui trovarono
ospitalità artisti quali Jean Arp, Hans
Richter, Italo Valenti, Ingeborg Lüscher, Gudrun
Müller e altri ancora, i quali poterono lavorare
indisturbati in un ambiente adatto alla produzione
artistica. Dal 1962 al 1972 assume
la carica di commissario per la Svizzera alla Biennale
di Venezia. Nel 1965, grazie alla donazione dei
coniugi Arp ai quali era legato da profonda amicizia,
promuove la fondazione del Museo d'arte contemporanea
al Castello Visconteo di Locarno, situato proprio
accanto alla sua abitazione privata. Le opere ivi
conservate sono uno dei beni culturali più
importanti della città. Nel 1966 entra nel
Consiglio della Fondazione Pro Arte e nel 1969
diventa membro della Commissione della Fondazione
Gottfried Keller. Innumerevoli le sue
partecipazioni a mostre collettive, sia in Svizzera che
all'estero, così come moltissimi furono i
riconoscimenti e i premi che gli furono assegnati in
cinquant'anni di carriera. È sepolto nel
cimitero di Locarno, nella tomba di famiglia sovrastata
dalla "Croce fiorita" da lui scolpita nel '68 e che, in
dimensioni assai ridotte, la Confederazione aveva donato
a papa Paolo VI in occasione della sua visita a Ginevra
del 1969. Diana Rizzi, aprile
2009 Links Le numerose esposizioni
alle quali partecipò in cinquant'anni di carriera
hanno evidenziato quasi esclusivamente l'aspetto
dell'artista artigiano che, appreso il lavoro dello
scultore sotto la guida del padre Ettore, acquisì
quella preziosa abilità tecnica che
contraddistingue tutte le sue opere. L'abitudine al lavoro
della materia (bronzo, granito, marmo, cemento inglese e
tutta la pietra in generale) fu apprezzata da Ernesto
Bazzaro durante gli studi a Brera e poi, soprattutto,
da Charles Despiau all'Académie Scandinave
di Parigi. Nonostante non venga
più esposto da oltre 25 anni, ovvero da
quell'ultima mostra tenutasi a Villa Malpensata
nel 1983, a soli quattro mesi dalla sua morte, è
questa ancor oggi la caratteristica maggiormente
riconosciuta all'opera di Remo Rossi. Lo stile si modifica nel
corso degli anni e - dall'accademismo che
contraddistingue prevalentemente gli anni Trenta e
Quaranta, e che trova la sua espressione più
alta nei nudi femminili caratterizzati dalle
rotondità mailloliane e negli animali dalle grandi
dimensioni - passa alle forme irrigidite dello stile
geometrico, dove Rossi esprime la propria
libertà di artista ormai affermato nelle sempre
numerose opere di arte sacra, negli acrobati, nelle scene
delle attività dell'uomo, e negli animali.
I sempre maggiori
contatti con artisti legati all'estetica dell'informale e
dell'astratto in generale, hanno favorito lo studio da
parte di Remo Rossi di una nuova espressività
della scultura: lo stile filigrana, con cui
realizza alcune tra le sue opere più importanti,
va verso l'annullamento del credo artistico sul quale
aveva costruito buona parte della sua carriera.
La smaterializzazione
delle forme nelle opere degli ultimi anni guarda alla
struggente poetica di Germaine Richier e alle forme
giacomettiane, in cui la plasticità perde la
propria compattezza volumetrica, e dove la preponderanza
dei vuoti sui pieni porta la scultura di Remo Rossi verso
una visione completamente nuova dell'arte. Nonostante questi
interessanti slanci innovativi, rimangono frequenti i
ritorni su temi e forme affrontati nel passato, rendendo
pertanto difficile definire il variare degli stili entro
precise sequenze cronologiche. L'apertura alle
più moderne esperienze artistiche era già
stata favorita in passato dalle importanti frequentazioni
parigine dello zio materno Nesto Jacometti, che
aveva promosso la diffusione dell'arte contemporanea per
attraverso l'uvre Gravée. Ma fu senza dubbio il suo
ruolo in seno alla Commissione Federale delle Belle
Arti (della quale divenne membro nel 1948, vice
presidente nel 1954 e presidente dal 1969 al 1979),
nonché la carica di commissario per la Svizzera
alla Biennale di Venezia (dal 1962 al 1972), che gli
permisero di conoscere e stringere amicizia con numerosi
esponenti delle nuove correnti artistiche. Durante il lungo periodo
di militanza all'interno della Commissione, Remo Rossi si
prodigò per avvicinare il Ticino alle
realtà idealmente lontane dell'Oltralpe (la seduta
dell'8 e del 9 aprile 1969 si tenne addirittura in casa
Rossi), e si impegnò per promuovere giovani
artisti e favorirli tramite l'assegnazione di borse di
studio. Fondamentale era per lui
la qualità del lavoro, e proprio per questo i suoi
giudizi erano spesso severi; non mancarono pesanti accuse
di troppa autorità, tanto che all'interno della
Commissione Federale delle Belle Arti la sua carica a
presidente era stata ribattezzata come "dispotismo" (nel
Tages-Anzeiger del 7 ottobre 1976 l'articolo di F.
Billeters, "Reformbedürftige Kunst-kommission des
Bundes", rivolge un'aspra critica al conservatorismo
della Commissione federale e del suo presidente in
particolare). La nascita del complesso
degli atelier ai Saleggi di Locarno prende il via
grazie all'amicizia con Jean Arp, al quale Remo Rossi
volle offrire uno spazio per lavorare. L'idea era quella
di creare una piccola comunità artistica nella
quale scultori, pittori, intagliatori, ceramisti e
artisti di ogni genere potessero svolgere tranquillamente
la propria attività. L'ampia area era ancora
immersa nella natura della periferia e offriva, quindi,
un'opportunità sicuramente ineguagliabile. Rossi
aveva saputo stringere importanti rapporti d'amicizia con
i rappresentanti di varie istituzioni, e instaurare
contatti diretti con i fornitori della materia prima
(pietra e marmo) e con le fonderie del Mendrisiotto:
questi contatti furono condivisi con gli artisti
dell'orbita degli atelier (vedi corrispondenza di
Marguerite Hagenbach a Bianca Rossi del 12 dicembre 1956
e del 7 marzo 1957, conservata presso la Fondazione Jean
Arp). Remo Rossi vantava
inoltre della fedele collaborazione di alcuni operai, per
la maggior parte italiani, che svolgevano attività
di tagliapietre, marmisti o di veri e propri artefici
manuali di opere ideate dagli artisti. Arp si avvalse
spesso della collaborazione di uno degli operai di Rossi,
ancor prima di stabilirsi definitivamente in Ticino: si
trattava di Alberto Meli, che egli volle come
proprio aiutante personale a partire dal 1957.
La decisione di Arp di
stabilirsi definitivamente nel nostro Cantone fu anche
determinata da problemi di salute e dalla cortese
insistenza dei coniugi Rossi. A partire da questo momento
prese il via l'allestimento del complesso degli atelier
ai Saleggi, che offrì la possibilità a
numerosi artisti di poter lavorare indipendentemente in
un ambiente adeguato, e usufruire all'occorrenza del
materiale e dell'apporto manuale degli operai assunti da
Remo Rossi. L'esperienza degli
atelier favorì quindi la circolazione di
personalità artistiche in visita nel Locarnese, e
naturalmente la conoscenza delle loro opere; fu
così che, in seguito all'importante donazione di
Marguerite e Jean Arp alla città di Locarno,
nacque il progetto del Museo Comunale d'Arte
Moderna, inaugurato il 10 aprile del 1965 negli spazi
del Castello Visconteo. Ruota attorno alla figura
di Remo Rossi anche l'importante legato di Nesto
Jacometti, il quale donò a Locarno metà
della sua collezione di opere originali e di incisioni e
gran parte delle sue opere di editore. L'attaccamento di Remo
Rossi alla propria terra natale si concretizzò nel
desiderio di avvicinare il Ticino (e la sua Locarno in
particolare) alla Svizzera e all'Europa, e, sebbene fosse
profondamente legato alla tradizione, si dimostrò
sempre attento alle nuove forme espressive dell'arte
contemporanea. Personaggio pubblico
attento alla sostanza dei rapporti interpersonali
più che all'aspetto formale, lavoratore fiero e
instancabile, amante del bello e promotore
dell'arte. Diana Rizzi Links La seduta della
Commissione federale dell'otto e del nove aprile 1969
si tenne addirittura in casa Rossi; una mossa tattica
del presidente, volta ad un avvicinamento del Ticino alle
realtà idealmente lontane dell'oltralpe. La scelta
di ospitare in casa propria i membri di una commissione a
livello nazionale voleva essere la consacrazione di un
lavoro, che fino a quel momento seguiva l'etichetta, nel
segno di un'amichevole collaborazione. Presero parte a
quell'incontro inconsueto l'architetto Alberto
Camenzind, col quale Rossi aveva già lavorato
in precedenza e che divenne vicepresidente della
Commissione dal 1969 al 1972, l'architetto ginevrino
Jean Ellenberger, la pittrice Verene
Loewensberg, Claude Loewer, Wilfrid
Moser e Hans Herni, tutti e tre pittori, il
critico d'arte Willy Rotzler, il capo della
sezione dell'amministrazione dell'arte e dei monumenti
Max Altorfer ed infine l'incaricato di redigere i
protocolli Paul L. Feser (1). L'istituzione di tale
commissione (CFBA) era stata voluta dalle Camere
federali, che sin dal 1887 avevano affidato alla
Confederazione svizzera la promozione dell'arte. Il suo
compito sarebbe stato quello di consigliare e di
investire nella formazione di giovani talenti, grazie
all'apporto di nove esperti in materia. È
importante menzionare lo stanziamento della borsa di
studio federale, volta, negli anni dal 1899 al 1909, a
finanziare dei soggiorni di studio all'estero, riservati
a quegli artisti ritenuti promettenti (2.) Tale sussidio non
sarà più vincolato al viaggio di formazione
a partire dal 1915, ma favorirà artisti meritevoli
non in grado di provvedere in modo indipendente alla
propria formazione: un aiuto che era anche un
investimento per il futuro dell'arte elvetica
(3). Non sempre le scelte
della Commissione si rivelarono corrette, alla luce degli
esiti delle varie carriere artistiche. Numerosi i nomi di
illustri "refusés", tra i quali Niklaus
Stöcklin, Fritz Glarner, Otto Charles
Bänninger, Max Bill e Max von Moos (4 ). Remo
Rossi partecipò a ben otto concorsi fra il 1930 e
il 1941, ottenendo unicamente due premi
d'incoraggiamento, ciascuno di cinquecento franchi: uno
nel 1937 e l'altro nel 1940 (5). Durante il lungo periodo
di militanza all'interno della commissione, il suo ruolo
diviene naturalmente di prim'ordine e a lui si devono le
più importanti scelte in ambito artistico. Si
è sempre impegnato per promuovere giovani artisti
e favorirli tramite l'assegnazione delle importanti borse
di studio, alimentando così il rilancio delle
arti. Evidentemente la sua
primaria esigenza era quella dell'attenersi alla
qualità del lavoro e proprio per questo motivo i
suoi giudizi erano spesso severi. Non mancarono pertanto
le pesanti accuse di troppa autorità. È risaputo che
Rossi avesse una personalità molto forte,
che non badasse troppo alla forma quando aveva qualcosa
da dire e questo gli procurò le antipatie di
molti. I suoi giudizi erano inappellabili e non davano
spazio alle mezze misure, tanto che all'interno della
Commissione federale delle Belle Arti la sua carica a
presidente (tutt'oggi la più lunga in assoluto)
era stata ribattezzata dagli altri componenti come
dispotismo (6). Il Tages-Anzeiger del
7 ottobre 1976 riporta nell'articolo di Fritz
Billeters, "Reform-bedürftige Kunst-kommission des
Bundes", un'aspra critica nei confronti del
consevatorismo della Commissione federale e del suo
presidente, Remo Rossi, annettendovi inoltre una
caricatura che lo ritraeva su di un cavallo funzionante a
monetine, timorosamente scrutato, da dietro una finestra,
dagli altri componenti della Commissione
(7) Diana Rizzi, maggio
2000 (1)
Protocolli delle sedute della Commissione
Federale di Belle Arti (1948-1979), Berna, Archivio
dell'Ufficio Federale della Cultura (Bundesamt für
Kultur), Hallwyllstrasse 15, Berna. (2)
AAVV, Premi apprezzati (1899-1999): 100 anni di Concorso
federale delle belle arti, Berna, Ufficio Federale della
Cultura, Orell Füssli Verlag, 1999, pag.
30-36. (3)
Premi apprezzati, op. cit., pag.44-46. (4)
Paola Pellanda Tedeschi, L'altra Svizzera. I
"refusés" (1899-1946), in Premi apprezzati, op.
cit., pag.143-145. (5)
Protocolli delle sedute della Commissione Federale di
Belle Arti (1930-1941), Berna, Archivio dell'Ufficio
Federale della Cultura. (6)
Bianconi, in Carluccio, op. cit.,
pag.98. (7)
Franziska Martin, " Vom Stipendium zum
eidgenössischen Preis-Orientierungswechsel des
staatlichen Mäzenatentums", in Premi apprezzati, op.
cit., pag. 227-228. Links 1934 Paris. Salon des Tuileries. 1935 Bruxelles. Palais des Beaux-Arts. 1935 Paris. Salon des Tuileries. 1936 Berne. Kunstmuseum. 1937 Genève. Musée Rath. 1937 Lugano. Castello di Trevano. 1938 Locarno. Salone SES. 1938 Basel. Kunsthalle. 1938 Bellinzona. Salone Palestra. 1938 Bern. Kunsthalle. 1939 Zürich. 1940 Bern. Kunsthalle. 1940 Solothurn. Museum. 1941 Luzern. Kunstmuseum. 1944 Bern. Kunstmuseum. 1944 Winterthur. Kunstmuseum. 1945 Zürich. Kunsthaus. 1946 Paris. Galerie Charpentier. 1946 Genève. Musée Rath. 1946 Paris. Musée des Beaux-Arts. 1948 Bern. Kunstmuseum. XXI. 1949 Varese. Villa Mirabello. 1950 Zürich. Kunsthaus. XXII. 1950 Stockholm.Uppsala.Göteborg. 1950 Lugano. 1950 Roma. 1951 Roma. Istituto svizzero. 1951 Bern. Kunsthalle. 1952 Arnhem. Sonsbeek ´52. 1953 Lugano. Villa Ciani. 1953 Anvers. Parc Middelheim. 1953 Roma. Esposizione dell'Agricoltura. 1953 Bern. Kunstmuseum. XXIII. 1954 Bienne. Collège des Prés
Ritter. 1954 Zürich. Kunsthaus. 1955 St.Gallen. Olma-Halle. 1955 Anvers. Parc Middelheim. 1955 Varese. Villa Mirabello. 1955 Arnhem. Sonsbeek ´55. 1956 Zofingen. Stadtsaal. Jubiläumsausstellung
des Schweizerischen Kunstvereins. 1957 Sydney. Canberra. Melbourne. Brisbane. David
Jones' Art Gallery. 1958 Bienne. Collège des Prés
Ritter. 1958 Como. Villa Olmo. 1958 Leuven. St.Pieterskerk. 1959 Anvers. Parc Middelheim. 1959 Zürich. Kunsthaus. 1959 Padova. Sala della Ragione. XIIIa Biennale d'arte
triveneta. 1959 Aarau. Museum. XXVI. 1959 Novara. 1960 Salzburg. Salzburger Dom. 1960 Cincinnati. Cincinnati Art Museum. 1960 Lugano. Villa Ciani. 1960 Glarus. Kunsthaus. 1960 Zofingen. Neue Schulanlage. 1961 Trieste. Stazione Marittima. 1961 São Paulo. Museu de Arte moderna. 1961 Anvers. Parc Middelheim. 1961 Luzern. Kunstmuseum. 1961 Rio de Janeiro. Museu de Arte moderna. 1961 Padova. Sala della Ragione. Biennale d'arte
triveneta. 1961 Zofingen. Stadtsaal. 1962 Cincinnati. Art Museum. 1962 Paris. 1962 Novara. 1962 Carrara. 1962 Bienne. Collège des Prés
Ritter. 1963 Zürich. Kunsthaus. 1963 Paris. Musée Rodin. 1963 Den Haag. Scheveningen. 1963 Paris. Salon de la jeune sculpture. 1963 Anvers. Parc Middelheim. 1963 Padova. Sala della Ragione. 1964 Paris. Librairie Galerie: La Pochade L'uvre
Gravée. 1964 Lausanne. 1964 Campione d'Italia. 1965 Cunardo (Varese). Fornaci di Cunardo. 1965 Mendrisio. Vecchio Ginnasio. 1965 Lugano. Villa Ciani. 1965 Bern. Kunstmuseum. 1965 Padova. Sala della Ragione. Biennale d'arte
triveneta. 1965 Bruxelles. Centre international Rogier. 1965 Varese. Fornaci di Cunardo. Autosilo Via
Dandolo. 1966 Bienne. Palais des Congrès. 1966 Martigny. Comptoir. 1966 Montreux. 1966 Varese. Fornaci di Cunardo. 1966 Budapest. Ernst Müzeum. 1966 Trieste. Stazione Marittima. 1966 Zurzach. Obere Kirche. 1967 Wien. Obere Park des Palais Schwarzenberg. 1967 Varese. Fornaci di Cunardo. 1968 Lugano. Museo civico di belle arti. 1968 Aarau. Aargauer Kunsthaus. XXIX. 1968 Varese. Fornaci di Cunardo. 1969 Budapest. Szepémüvészeti
Müzeum. 1969 Prag. 1972 Milano. Angelicum. 1973 Madrid. Palacio de Cristal del Retiro. 1973 Zürich. Kunsthaus. I. Biennale der Schweizer
Kunst. 1973 Montecatini. Accademia d'Arte. 1973 Nänikon bei Uster. Oberstufenschulhaus. 1974 Lugano. Villa Malpensata. 1975 Campione d'Italia. Civica Galleria d'arte
moderna. 1975 Bienne. 1976 Monte-Carlo. Casino. 1976 Vira Gambarogno. 1977 Madrid. Palacio de Cristal del Retiro. 1978 Campione d'Italia. Civica Galleria d'Arte
Moderna. 1981 Delémont. Halle des Expositions du
Comptoir delémontain. 1981 Zürich. Kunsthaus. 1982 Zofingen. Galerie "Zur alten Kanzlei". 1982 Lausanne. Comptoir Suisse. 1982 Morcote. Galleria Fondazione Caccia-Rusca. 1983 Lugano. Villa Malpensata. Foto Print Links PDF Foto Print Links PDF Foto Print Links
.
Chi era Remo
Rossi ?
.
.
NB appaiono in questo colore:
testi provvisori e links ancora inattivi!
Biografia di
Remo Rossi
Remo Rossi
(1909-1982)
Remo Rossi nasce a
Locarno il 27 settembre del 1909 e muore a Berna il
30.12.1982. Suo padre Ettore e suo nonno Gualtiero,
provenienti da una famiglia di intagliatori di pietre di
Arzo, erano attivi come marmorini, mentre la madre,
originaria di Intra, apparteneva alla famiglia
Jacometti.
Remo Rossi:
l'uomo e l'artista
Riassunto del percorso
artistico di RR
Remo Rossi non solo
era uno scultore tra i maggiori rappresentanti della
tradizione locale, ma anche e soprattutto una figura
accentratrice delle più moderne correnti
artistiche e personaggio di spicco dell'arte svizzera e
internazionale.
La militanza di
RR nella Commissione Federale delle Belle Arti
(CFBA)
Un despota
illuminato?
Nel 1948 Rossi
è membro della Commissione federale delle Belle
Arti; sei anni dopo ne diviene vice presidente fino al
1968 (e non dal 1960, com'è stato erroneamente
scritto nella monografia a cura di Luigi Carluccio), per
poi assumerne la presidenza dal 1969 al 1979.
Elenco
cronologico delle esposizioni di Remo Rossi
dal 1933 al 1982: oltre
cento mostre per 50 anni di presenza !
1933 Paris. Salon de Printemps
XIIe Salon au Néo- Parnasse.
Artistes de Paris 1925-1935.
13e Exposition au Néo-Parnasse.
XIXe Exposition nationale des beaux-arts.
Exposition internationale d'art sacré moderne.
Mostra ticinese d'arte dell'800 e contemporanea.
Mostra d'arte Beretta, Patocchi, Rossi.
Ausstellung GSMBA.
IIa Esposizione svizzera d'arte sacra contemporanea.
Arte Ticinese, Ausstellung lebender Tessiner
Künstler.
Schweizerische Landesausstellung.
Ausstellung GSMBA.
Regionale Ausstellung des Schweizerischen
Kunstvereins.
XX. Nationale Kunstaus- stellung.
Ausstellung des Schwei- zerischen Kunstvereins.
Schweizer Kunst der Gegenwart.
Arte del Ticino.
Art suisse contemporain.
XXIe Exposition nationale des beaux-arts.
Salon d'Automne.
Ausstellung GSMBA.
Premio di scultura "Città di Varese"
Ausstellung GSMBA.
Norrköping. Nutida schwezisk Konst.
Esposizione annuale alla Fiera svizzera.
Esposizione internazionale di arte sacra.
Mostra di 8 scultori svizzeri contemporanei.
Kunstausstellung.
Internationale Tentoonstelling Beldhouwkunst.
Cinquant'anni d'arte nel Ticino.
Exposition internationale de sculpture.
Mostra delle arti figurative.
Ausstellung GSMBA.
Exposition suisse de sculpture en plein air.
Christliche Kunst der Gegen- wart in der Schweiz.
XXIV. Ausstellung GSMBA.
3e Biennale de sculpture.
Mostra d'arte contemporanea.
Internationale Beeldententoonstelling in de open
lucht.
Meisterwerke der Schweizer Kunst.
International exhibition. Sculpture in architecture.
2e Exposition suisse de sculpture en plein air.
Mostra di scultura svizzera contemporanea all'aperto.
Ars sacra.
5e Biennale de sculpture.
Zwei Zürcher Sammlungen.
III° Concorso internazionale del bronzetto.
Ausstellung GSMBA.
IVa Mostra internazionale di arte sacra.
II. Biennale Christlicher Kunst der Gegenwart.
The 1960 International Biennial of Prints.
Esposizione annuale Società Ticinese di Belle
Arti.
Moderne Grafik.
Moderne Kirchliche Kunst in der Schweiz.
Prima Mostra internazionale d'arte sacra.
Gravuras da Coleção l'uvre
Gravée.
6e Biennale de sculpture.
Kunstausstellung.
Gravuras da Coleção l'uvre
Gravée.
IV° Concorso internazionale del bronzetto.
Ausstellung Lauritzen- Rossi.
International Prints.
Exposition de Lithographies et Eaux-Fortes
récentes, éditées par l'uvre
Gravée.
IVa Mostra internazionale di arte sacra.
Biennale internazionale di scultura.
3e Exposition suisse de sculpture en plein air.
XXVII. Ausstellung GSMBA.
Exposition suisse de sculpture 1952-1963.
Tentoonstelling Europese Kleinplastiek.
Xve Salon de la jeune sculpture.
7e Biennale de sculpture.
Biennale d'arte triveneta. V° Concorso
internazionale del bronzetto.
10 ans de rétrospective.
Exposition nationale.
1°premio internazionale del bronzetto.
Venticinque artisti.
Mostra d'arte.
Mostra "Cristo nell'arte contemporanea".
Jubiläums-Ausstellung GSMBA.
VI° Concorso internazionale del bronzetto.
Les arts en Europe.
Mostra "Collana della Galleria alle Torri N.5".
4e Exposition suisse de sculpture.
Esposizione "Tendenze artistiche nel Ticino".
4e Exposition de sculpture en plein air.
3a Mostra Artisti contemporanei.
Mostra personale.
2a Mostra interna- zionale d'arte sacra.
Ausstellung "Das Kreuz in der Kunst der Gegenwart".
Ausstellung zeitgenössischer Schweizer Plastik.
4a Mostra Artisti contemporanei.
Esposizione Collezione Famiglia Chiattone.
Ausstellung GSMBA.
5a Mostra Artisti contemporanei.
Modern Szoborkiállítás.
Ausstellung Schweizer Kunst in Prag.
Ia Mostra internazionale di arte sacra per la casa.
4a Bienal internacional del Deporte en las bellas
artes.
Sculture.
Mostra 5 artisti ticinesi d'oggi.
Pittura e Musica dalla fine dell'800 a oggi.
I a Biennale internazionale di scultura.
6e Exposition suisse de sculpture.
Exposition 12 peintres et sculpteurs tessinois à
Monte-Carlo.
Mostra nazionale di scultura all'aperto.
Bienal internacional del Deporte en las bellas artes.
II Biennale di Scultura.
Exposition SPSAS, "Une oeuvre- un artiste, un artiste-une
oeuvre".
"Dreissiger Jahre Schweiz. Ein Jahrzehnt im
Widerspruch".
"Zirkus".
"Artisti ticinesi al Comptoir".
Mostra antologica "Remo Rossi &endash; Graham
Sutherland".
Rassegna internazionale delle arti e della cultura: Remo
Rossi. Aprile &endash; Maggio 1983.
Chi
era nr 5
subtitle
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Chi
era nr 6
subtitle
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