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Chi era Remo Rossi ?

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Biografia di Remo Rossi

Remo Rossi (1909-1982)

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Remo Rossi nasce a Locarno il 27 settembre del 1909 e muore a Berna il 30.12.1982. Suo padre Ettore e suo nonno Gualtiero, provenienti da una famiglia di intagliatori di pietre di Arzo, erano attivi come marmorini, mentre la madre, originaria di Intra, apparteneva alla famiglia Jacometti.

Terminate le scuole dell'obbligo a Locarno nel 1924, il giovane Remo si trasferisce nel collegio St.Michel di Zugo e l'anno seguente è tra gli allievi del professor Joseph von Moos alla Kunstgewerbeschule di Lucerna.

Tappa fondamentale del suo percorso di formazione è sicuramente il periodo di studio trascorso a Milano: iscrittosi all'Accademia di Brera nel 1926, segue i corsi di disegno di Contardo Barbieri e quelli di anatomia del professor Biaggi.

Lavora contemporaneamente presso l'atelier privato di Ernesto Bazzaro e frequenta la scuola superiore di architettura al Castello Sforzesco, seguendo i corsi del professor Mariani.

In seguito a numerosi viaggi di studio a Bologna, Firenze, Roma e Napoli nel 1929, a Venezia e dintorni nel 1930, nel 1932 si trasferisce per un anno a Parigi. Va ad abitare nel quartiere di Rue d'Alésia, nei pressi del Boulevard Montparnasse. Segue i corsi di Landowski all'Académie Nationale des Beaux-Arts e le lezioni di Charles Despiau all'Académie Scandinave, che lo invita a lavorare presso il proprio studio.

Dal 1934 si stabilisce nuovamente a Locarno e farà della sua città natale la sede prediletta in cui lavorare, salvo frequenti ma brevi soggiorni di studio a Monaco, Norimberga, Berlino e un ritorno all'Académie Nationale e all'Académie Scandinave nel 1935.

Nel 1943 si sposa con Bianca Bernasconi e l'anno seguente nasce il figlio Giancarlo. Nel 1948 diviene membro della Commissione Federale delle Belle Arti; sei anni dopo ne diviene vice presidente fino al 1968 e presidente dal 1969 al 1979.

Dal 1950 al 1972 compie numerosi viaggi di studio in Spagna, Egitto, Grecia, Belgio, Inghilterra, Turchia, Francia, Austria, Ungheria e Russia.

Risale al 1959 la creazione da parte di Rossi di questo complesso di atelier, situati accanto al suo studio privato, nella zona tranquilla dei Saleggi. Qui trovarono ospitalità artisti quali Jean Arp, Hans Richter, Italo Valenti, Ingeborg Lüscher, Gudrun Müller e altri ancora, i quali poterono lavorare indisturbati in un ambiente adatto alla produzione artistica.

Dal 1962 al 1972 assume la carica di commissario per la Svizzera alla Biennale di Venezia. Nel 1965, grazie alla donazione dei coniugi Arp ai quali era legato da profonda amicizia, promuove la fondazione del Museo d'arte contemporanea al Castello Visconteo di Locarno, situato proprio accanto alla sua abitazione privata. Le opere ivi conservate sono uno dei beni culturali più importanti della città.

Nel 1966 entra nel Consiglio della Fondazione Pro Arte e nel 1969 diventa membro della Commissione della Fondazione Gottfried Keller.

Innumerevoli le sue partecipazioni a mostre collettive, sia in Svizzera che all'estero, così come moltissimi furono i riconoscimenti e i premi che gli furono assegnati in cinquant'anni di carriera.

È sepolto nel cimitero di Locarno, nella tomba di famiglia sovrastata dalla "Croce fiorita" da lui scolpita nel '68 e che, in dimensioni assai ridotte, la Confederazione aveva donato a papa Paolo VI in occasione della sua visita a Ginevra del 1969.

Diana Rizzi, aprile 2009

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Remo Rossi: l'uomo e l'artista

Riassunto del percorso artistico di RR

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Remo Rossi non solo era uno scultore tra i maggiori rappresentanti della tradizione locale, ma anche e soprattutto una figura accentratrice delle più moderne correnti artistiche e personaggio di spicco dell'arte svizzera e internazionale.

Le numerose esposizioni alle quali partecipò in cinquant'anni di carriera hanno evidenziato quasi esclusivamente l'aspetto dell'artista artigiano che, appreso il lavoro dello scultore sotto la guida del padre Ettore, acquisì quella preziosa abilità tecnica che contraddistingue tutte le sue opere.

L'abitudine al lavoro della materia (bronzo, granito, marmo, cemento inglese e tutta la pietra in generale) fu apprezzata da Ernesto Bazzaro durante gli studi a Brera e poi, soprattutto, da Charles Despiau all'Académie Scandinave di Parigi.

Nonostante non venga più esposto da oltre 25 anni, ovvero da quell'ultima mostra tenutasi a Villa Malpensata nel 1983, a soli quattro mesi dalla sua morte, è questa ancor oggi la caratteristica maggiormente riconosciuta all'opera di Remo Rossi.

Lo stile si modifica nel corso degli anni e - dall'accademismo che contraddistingue prevalentemente gli anni Trenta e Quaranta, e che trova la sua espressione più alta nei nudi femminili caratterizzati dalle rotondità mailloliane e negli animali dalle grandi dimensioni - passa alle forme irrigidite dello stile geometrico, dove Rossi esprime la propria libertà di artista ormai affermato nelle sempre numerose opere di arte sacra, negli acrobati, nelle scene delle attività dell'uomo, e negli animali.

I sempre maggiori contatti con artisti legati all'estetica dell'informale e dell'astratto in generale, hanno favorito lo studio da parte di Remo Rossi di una nuova espressività della scultura: lo stile filigrana, con cui realizza alcune tra le sue opere più importanti, va verso l'annullamento del credo artistico sul quale aveva costruito buona parte della sua carriera.

La smaterializzazione delle forme nelle opere degli ultimi anni guarda alla struggente poetica di Germaine Richier e alle forme giacomettiane, in cui la plasticità perde la propria compattezza volumetrica, e dove la preponderanza dei vuoti sui pieni porta la scultura di Remo Rossi verso una visione completamente nuova dell'arte.

Nonostante questi interessanti slanci innovativi, rimangono frequenti i ritorni su temi e forme affrontati nel passato, rendendo pertanto difficile definire il variare degli stili entro precise sequenze cronologiche.

L'apertura alle più moderne esperienze artistiche era già stata favorita in passato dalle importanti frequentazioni parigine dello zio materno Nesto Jacometti, che aveva promosso la diffusione dell'arte contemporanea per attraverso l'Œuvre Gravée.

Ma fu senza dubbio il suo ruolo in seno alla Commissione Federale delle Belle Arti (della quale divenne membro nel 1948, vice presidente nel 1954 e presidente dal 1969 al 1979), nonché la carica di commissario per la Svizzera alla Biennale di Venezia (dal 1962 al 1972), che gli permisero di conoscere e stringere amicizia con numerosi esponenti delle nuove correnti artistiche.

Durante il lungo periodo di militanza all'interno della Commissione, Remo Rossi si prodigò per avvicinare il Ticino alle realtà idealmente lontane dell'Oltralpe (la seduta dell'8 e del 9 aprile 1969 si tenne addirittura in casa Rossi), e si impegnò per promuovere giovani artisti e favorirli tramite l'assegnazione di borse di studio.

Fondamentale era per lui la qualità del lavoro, e proprio per questo i suoi giudizi erano spesso severi; non mancarono pesanti accuse di troppa autorità, tanto che all'interno della Commissione Federale delle Belle Arti la sua carica a presidente era stata ribattezzata come "dispotismo" (nel Tages-Anzeiger del 7 ottobre 1976 l'articolo di F. Billeters, "Reformbedürftige Kunst-kommission des Bundes", rivolge un'aspra critica al conservatorismo della Commissione federale e del suo presidente in particolare).

La nascita del complesso degli atelier ai Saleggi di Locarno prende il via grazie all'amicizia con Jean Arp, al quale Remo Rossi volle offrire uno spazio per lavorare. L'idea era quella di creare una piccola comunità artistica nella quale scultori, pittori, intagliatori, ceramisti e artisti di ogni genere potessero svolgere tranquillamente la propria attività.

L'ampia area era ancora immersa nella natura della periferia e offriva, quindi, un'opportunità sicuramente ineguagliabile. Rossi aveva saputo stringere importanti rapporti d'amicizia con i rappresentanti di varie istituzioni, e instaurare contatti diretti con i fornitori della materia prima (pietra e marmo) e con le fonderie del Mendrisiotto: questi contatti furono condivisi con gli artisti dell'orbita degli atelier (vedi corrispondenza di Marguerite Hagenbach a Bianca Rossi del 12 dicembre 1956 e del 7 marzo 1957, conservata presso la Fondazione Jean Arp).

Remo Rossi vantava inoltre della fedele collaborazione di alcuni operai, per la maggior parte italiani, che svolgevano attività di tagliapietre, marmisti o di veri e propri artefici manuali di opere ideate dagli artisti. Arp si avvalse spesso della collaborazione di uno degli operai di Rossi, ancor prima di stabilirsi definitivamente in Ticino: si trattava di Alberto Meli, che egli volle come proprio aiutante personale a partire dal 1957.

La decisione di Arp di stabilirsi definitivamente nel nostro Cantone fu anche determinata da problemi di salute e dalla cortese insistenza dei coniugi Rossi. A partire da questo momento prese il via l'allestimento del complesso degli atelier ai Saleggi, che offrì la possibilità a numerosi artisti di poter lavorare indipendentemente in un ambiente adeguato, e usufruire all'occorrenza del materiale e dell'apporto manuale degli operai assunti da Remo Rossi.

L'esperienza degli atelier favorì quindi la circolazione di personalità artistiche in visita nel Locarnese, e naturalmente la conoscenza delle loro opere; fu così che, in seguito all'importante donazione di Marguerite e Jean Arp alla città di Locarno, nacque il progetto del Museo Comunale d'Arte Moderna, inaugurato il 10 aprile del 1965 negli spazi del Castello Visconteo.

Ruota attorno alla figura di Remo Rossi anche l'importante legato di Nesto Jacometti, il quale donò a Locarno metà della sua collezione di opere originali e di incisioni e gran parte delle sue opere di editore.

L'attaccamento di Remo Rossi alla propria terra natale si concretizzò nel desiderio di avvicinare il Ticino (e la sua Locarno in particolare) alla Svizzera e all'Europa, e, sebbene fosse profondamente legato alla tradizione, si dimostrò sempre attento alle nuove forme espressive dell'arte contemporanea.

Personaggio pubblico attento alla sostanza dei rapporti interpersonali più che all'aspetto formale, lavoratore fiero e instancabile, amante del bello e promotore dell'arte.

Diana Rizzi

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La militanza di RR nella Commissione Federale delle Belle Arti (CFBA)

Un despota illuminato?

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Nel 1948 Rossi è membro della Commissione federale delle Belle Arti; sei anni dopo ne diviene vice presidente fino al 1968 (e non dal 1960, com'è stato erroneamente scritto nella monografia a cura di Luigi Carluccio), per poi assumerne la presidenza dal 1969 al 1979.

La seduta della Commissione federale dell'otto e del nove aprile 1969 si tenne addirittura in casa Rossi; una mossa tattica del presidente, volta ad un avvicinamento del Ticino alle realtà idealmente lontane dell'oltralpe. La scelta di ospitare in casa propria i membri di una commissione a livello nazionale voleva essere la consacrazione di un lavoro, che fino a quel momento seguiva l'etichetta, nel segno di un'amichevole collaborazione.

Presero parte a quell'incontro inconsueto l'architetto Alberto Camenzind, col quale Rossi aveva già lavorato in precedenza e che divenne vicepresidente della Commissione dal 1969 al 1972, l'architetto ginevrino Jean Ellenberger, la pittrice Verene Loewensberg, Claude Loewer, Wilfrid Moser e Hans Herni, tutti e tre pittori, il critico d'arte Willy Rotzler, il capo della sezione dell'amministrazione dell'arte e dei monumenti Max Altorfer ed infine l'incaricato di redigere i protocolli Paul L. Feser (1).

L'istituzione di tale commissione (CFBA) era stata voluta dalle Camere federali, che sin dal 1887 avevano affidato alla Confederazione svizzera la promozione dell'arte. Il suo compito sarebbe stato quello di consigliare e di investire nella formazione di giovani talenti, grazie all'apporto di nove esperti in materia. È importante menzionare lo stanziamento della borsa di studio federale, volta, negli anni dal 1899 al 1909, a finanziare dei soggiorni di studio all'estero, riservati a quegli artisti ritenuti promettenti (2.)

Tale sussidio non sarà più vincolato al viaggio di formazione a partire dal 1915, ma favorirà artisti meritevoli non in grado di provvedere in modo indipendente alla propria formazione: un aiuto che era anche un investimento per il futuro dell'arte elvetica (3).

Non sempre le scelte della Commissione si rivelarono corrette, alla luce degli esiti delle varie carriere artistiche. Numerosi i nomi di illustri "refusés", tra i quali Niklaus Stöcklin, Fritz Glarner, Otto Charles Bänninger, Max Bill e Max von Moos (4 ). Remo Rossi partecipò a ben otto concorsi fra il 1930 e il 1941, ottenendo unicamente due premi d'incoraggiamento, ciascuno di cinquecento franchi: uno nel 1937 e l'altro nel 1940 (5).

Durante il lungo periodo di militanza all'interno della commissione, il suo ruolo diviene naturalmente di prim'ordine e a lui si devono le più importanti scelte in ambito artistico. Si è sempre impegnato per promuovere giovani artisti e favorirli tramite l'assegnazione delle importanti borse di studio, alimentando così il rilancio delle arti.

Evidentemente la sua primaria esigenza era quella dell'attenersi alla qualità del lavoro e proprio per questo motivo i suoi giudizi erano spesso severi. Non mancarono pertanto le pesanti accuse di troppa autorità.

È risaputo che Rossi avesse una personalità molto forte, che non badasse troppo alla forma quando aveva qualcosa da dire e questo gli procurò le antipatie di molti. I suoi giudizi erano inappellabili e non davano spazio alle mezze misure, tanto che all'interno della Commissione federale delle Belle Arti la sua carica a presidente (tutt'oggi la più lunga in assoluto) era stata ribattezzata dagli altri componenti come dispotismo (6).

Il Tages-Anzeiger del 7 ottobre 1976 riporta nell'articolo di Fritz Billeters, "Reform-bedürftige Kunst-kommission des Bundes", un'aspra critica nei confronti del consevatorismo della Commissione federale e del suo presidente, Remo Rossi, annettendovi inoltre una caricatura che lo ritraeva su di un cavallo funzionante a monetine, timorosamente scrutato, da dietro una finestra, dagli altri componenti della Commissione (7)

Diana Rizzi, maggio 2000

 

(1) Protocolli delle sedute della Commissione Federale di Belle Arti (1948-1979), Berna, Archivio dell'Ufficio Federale della Cultura (Bundesamt für Kultur), Hallwyllstrasse 15, Berna.

(2) AAVV, Premi apprezzati (1899-1999): 100 anni di Concorso federale delle belle arti, Berna, Ufficio Federale della Cultura, Orell Füssli Verlag, 1999, pag. 30-36.

(3) Premi apprezzati, op. cit., pag.44-46.

(4) Paola Pellanda Tedeschi, L'altra Svizzera. I "refusés" (1899-1946), in Premi apprezzati, op. cit., pag.143-145.

(5) Protocolli delle sedute della Commissione Federale di Belle Arti (1930-1941), Berna, Archivio dell'Ufficio Federale della Cultura.

(6) Bianconi, in Carluccio, op. cit., pag.98.

(7) Franziska Martin, " Vom Stipendium zum eidgenössischen Preis-Orientierungswechsel des staatlichen Mäzenatentums", in Premi apprezzati, op. cit., pag. 227-228.

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Elenco cronologico delle esposizioni di Remo Rossi

dal 1933 al 1982: oltre cento mostre per 50 anni di presenza !

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1933 Paris. Salon de Printemps

1934 Paris. Salon des Tuileries.
XIIe Salon au Néo- Parnasse.

1935 Bruxelles. Palais des Beaux-Arts.
Artistes de Paris 1925-1935.

1935 Paris. Salon des Tuileries.
13e Exposition au Néo-Parnasse.

1936 Berne. Kunstmuseum.
XIXe Exposition nationale des beaux-arts.

1937 Genève. Musée Rath.
Exposition internationale d'art sacré moderne.

1937 Lugano. Castello di Trevano.
Mostra ticinese d'arte dell'800 e contemporanea.

1938 Locarno. Salone SES.
Mostra d'arte Beretta, Patocchi, Rossi.

1938 Basel. Kunsthalle.
Ausstellung GSMBA.

1938 Bellinzona. Salone Palestra.
IIa Esposizione svizzera d'arte sacra contemporanea.

1938 Bern. Kunsthalle.
Arte Ticinese, Ausstellung lebender Tessiner Künstler.

1939 Zürich.
Schweizerische Landesausstellung.

1940 Bern. Kunsthalle.
Ausstellung GSMBA.

1940 Solothurn. Museum.
Regionale Ausstellung des Schweizerischen Kunstvereins.

1941 Luzern. Kunstmuseum.
XX. Nationale Kunstaus- stellung.

1944 Bern. Kunstmuseum.
Ausstellung des Schwei- zerischen Kunstvereins.

1944 Winterthur. Kunstmuseum.
Schweizer Kunst der Gegenwart.

1945 Zürich. Kunsthaus.
Arte del Ticino.

1946 Paris. Galerie Charpentier.
Art suisse contemporain.

1946 Genève. Musée Rath.
XXIe Exposition nationale des beaux-arts.

1946 Paris. Musée des Beaux-Arts.
Salon d'Automne.

1948 Bern. Kunstmuseum. XXI.
Ausstellung GSMBA.

1949 Varese. Villa Mirabello.
Premio di scultura "Città di Varese"

1950 Zürich. Kunsthaus. XXII.
Ausstellung GSMBA.

1950 Stockholm.Uppsala.Göteborg.
Norrköping. Nutida schwezisk Konst.

1950 Lugano.
Esposizione annuale alla Fiera svizzera.

1950 Roma.
Esposizione internazionale di arte sacra.

1951 Roma. Istituto svizzero.
Mostra di 8 scultori svizzeri contemporanei.

1951 Bern. Kunsthalle.
Kunstausstellung.

1952 Arnhem. Sonsbeek ´52.
Internationale Tentoonstelling Beldhouwkunst.

1953 Lugano. Villa Ciani.
Cinquant'anni d'arte nel Ticino.

1953 Anvers. Parc Middelheim.
Exposition internationale de sculpture.

1953 Roma. Esposizione dell'Agricoltura.
Mostra delle arti figurative.

1953 Bern. Kunstmuseum. XXIII.
Ausstellung GSMBA.

1954 Bienne. Collège des Prés Ritter.
Exposition suisse de sculpture en plein air.

1954 Zürich. Kunsthaus.
Christliche Kunst der Gegen- wart in der Schweiz.

1955 St.Gallen. Olma-Halle.
XXIV. Ausstellung GSMBA.

1955 Anvers. Parc Middelheim.
3e Biennale de sculpture.

1955 Varese. Villa Mirabello.
Mostra d'arte contemporanea.

1955 Arnhem. Sonsbeek ´55.
Internationale Beeldententoonstelling in de open lucht.

1956 Zofingen. Stadtsaal. Jubiläumsausstellung des Schweizerischen Kunstvereins.
Meisterwerke der Schweizer Kunst.

1957 Sydney. Canberra. Melbourne. Brisbane. David Jones' Art Gallery.
International exhibition. Sculpture in architecture.

1958 Bienne. Collège des Prés Ritter.
2e Exposition suisse de sculpture en plein air.

1958 Como. Villa Olmo.
Mostra di scultura svizzera contemporanea all'aperto.

1958 Leuven. St.Pieterskerk.
Ars sacra.

1959 Anvers. Parc Middelheim.
5e Biennale de sculpture.

1959 Zürich. Kunsthaus.
Zwei Zürcher Sammlungen.

1959 Padova. Sala della Ragione. XIIIa Biennale d'arte triveneta.
III° Concorso internazionale del bronzetto.

1959 Aarau. Museum. XXVI.
Ausstellung GSMBA.

1959 Novara.
IVa Mostra internazionale di arte sacra.

1960 Salzburg. Salzburger Dom.
II. Biennale Christlicher Kunst der Gegenwart.

1960 Cincinnati. Cincinnati Art Museum.
The 1960 International Biennial of Prints.

1960 Lugano. Villa Ciani.
Esposizione annuale Società Ticinese di Belle Arti.

1960 Glarus. Kunsthaus.
Moderne Grafik.

1960 Zofingen. Neue Schulanlage.
Moderne Kirchliche Kunst in der Schweiz.

1961 Trieste. Stazione Marittima.
Prima Mostra internazionale d'arte sacra.

1961 São Paulo. Museu de Arte moderna.
Gravuras da Coleção l'Œuvre Gravée.

1961 Anvers. Parc Middelheim.
6e Biennale de sculpture.

1961 Luzern. Kunstmuseum.
Kunstausstellung.

1961 Rio de Janeiro. Museu de Arte moderna.
Gravuras da Coleção l'Œuvre Gravée.

1961 Padova. Sala della Ragione. Biennale d'arte triveneta.
IV° Concorso internazionale del bronzetto.

1961 Zofingen. Stadtsaal.
Ausstellung Lauritzen- Rossi.

1962 Cincinnati. Art Museum.
International Prints.

1962 Paris.
Exposition de Lithographies et Eaux-Fortes récentes, éditées par l'Œuvre Gravée.

1962 Novara.
IVa Mostra internazionale di arte sacra.

1962 Carrara.
Biennale internazionale di scultura.

1962 Bienne. Collège des Prés Ritter.
3e Exposition suisse de sculpture en plein air.

1963 Zürich. Kunsthaus.
XXVII. Ausstellung GSMBA.

1963 Paris. Musée Rodin.
Exposition suisse de sculpture 1952-1963.

1963 Den Haag. Scheveningen.
Tentoonstelling Europese Kleinplastiek.

1963 Paris. Salon de la jeune sculpture.
Xve Salon de la jeune sculpture.

1963 Anvers. Parc Middelheim.
7e Biennale de sculpture.

1963 Padova. Sala della Ragione.
Biennale d'arte triveneta. V° Concorso internazionale del bronzetto.

1964 Paris. Librairie Galerie: La Pochade L'Œuvre Gravée.
10 ans de rétrospective.

1964 Lausanne.
Exposition nationale.

1964 Campione d'Italia.
1°premio internazionale del bronzetto.

1965 Cunardo (Varese). Fornaci di Cunardo.
Venticinque artisti.

1965 Mendrisio. Vecchio Ginnasio.
Mostra d'arte.

1965 Lugano. Villa Ciani.
Mostra "Cristo nell'arte contemporanea".

1965 Bern. Kunstmuseum.
Jubiläums-Ausstellung GSMBA.

1965 Padova. Sala della Ragione. Biennale d'arte triveneta.
VI° Concorso internazionale del bronzetto.

1965 Bruxelles. Centre international Rogier.
Les arts en Europe.

1965 Varese. Fornaci di Cunardo. Autosilo Via Dandolo.
Mostra "Collana della Galleria alle Torri N.5".

1966 Bienne. Palais des Congrès.
4e Exposition suisse de sculpture.

1966 Martigny. Comptoir.
Esposizione "Tendenze artistiche nel Ticino".

1966 Montreux.
4e Exposition de sculpture en plein air.

1966 Varese. Fornaci di Cunardo.
3a Mostra Artisti contemporanei.

1966 Budapest. Ernst Müzeum.
Mostra personale.

1966 Trieste. Stazione Marittima.
2a Mostra interna- zionale d'arte sacra.

1966 Zurzach. Obere Kirche.
Ausstellung "Das Kreuz in der Kunst der Gegenwart".

1967 Wien. Obere Park des Palais Schwarzenberg.
Ausstellung zeitgenössischer Schweizer Plastik.

1967 Varese. Fornaci di Cunardo.
4a Mostra Artisti contemporanei.

1968 Lugano. Museo civico di belle arti.
Esposizione Collezione Famiglia Chiattone.

1968 Aarau. Aargauer Kunsthaus. XXIX.
Ausstellung GSMBA.

1968 Varese. Fornaci di Cunardo.
5a Mostra Artisti contemporanei.

1969 Budapest. Szepémüvészeti Müzeum.
Modern Szoborkiállítás.

1969 Prag.
Ausstellung Schweizer Kunst in Prag.

1972 Milano. Angelicum.
Ia Mostra internazionale di arte sacra per la casa.

1973 Madrid. Palacio de Cristal del Retiro.
4a Bienal internacional del Deporte en las bellas artes.

1973 Zürich. Kunsthaus. I. Biennale der Schweizer Kunst.

1973 Montecatini. Accademia d'Arte.
Sculture.

1973 Nänikon bei Uster. Oberstufenschulhaus.
Mostra 5 artisti ticinesi d'oggi.

1974 Lugano. Villa Malpensata.
Pittura e Musica dalla fine dell'800 a oggi.

1975 Campione d'Italia. Civica Galleria d'arte moderna.
I a Biennale internazionale di scultura.

1975 Bienne.
6e Exposition suisse de sculpture.

1976 Monte-Carlo. Casino.
Exposition 12 peintres et sculpteurs tessinois à Monte-Carlo.

1976 Vira Gambarogno.
Mostra nazionale di scultura all'aperto.

1977 Madrid. Palacio de Cristal del Retiro.
Bienal internacional del Deporte en las bellas artes.

1978 Campione d'Italia. Civica Galleria d'Arte Moderna.
II Biennale di Scultura.

1981 Delémont. Halle des Expositions du Comptoir delémontain.
Exposition SPSAS, "Une oeuvre- un artiste, un artiste-une oeuvre".

1981 Zürich. Kunsthaus.
"Dreissiger Jahre Schweiz. Ein Jahrzehnt im Widerspruch".

1982 Zofingen. Galerie "Zur alten Kanzlei".
"Zirkus".

1982 Lausanne. Comptoir Suisse.
"Artisti ticinesi al Comptoir".

1982 Morcote. Galleria Fondazione Caccia-Rusca.
Mostra antologica "Remo Rossi &endash; Graham Sutherland".

1983 Lugano. Villa Malpensata.
Rassegna internazionale delle arti e della cultura: Remo Rossi. Aprile &endash; Maggio 1983.

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